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Gennaio 2024
Fonte: Il Sole 24 ore

Comunità energetiche e incentivi, il 2024 sarà l’anno della nuova normativa

Il 2024 potrebbe essere l’anno di svolta per il mercato energetico italiano. Due le grandi novità in arrivo, la fine del mercato tutelato dell’energia e un quadro normativo definito per lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili. È atteso entro le prime settimane del nuovo anno, infatti, il parere della Corte dei Conti sul “decreto Cer” (Comunità Energetiche Rinnovabili), firmato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, lo scorso 6 dicembre. Per i Comuni italiani con meno di 5 mila abitanti è previsto un contributo a fondo perduto fino al 40% del costo sostenuto per realizzare un nuovo impianto al servizio di una Comunità Energetica o per potenziarne uno esistente, che può essere cumulato con la tariffa incentivante entro limiti definiti. La misura prevede incentivi per 5,7 miliardi – dei quali 2,2 finanziati dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza – tutti destinati ai territori per incentivare la produzione e la condivisione di energia rinnovabile.

Nuove opportunità per territori e operatori

Il quadro normativo per lo sviluppo delle Cer era atteso da circa due anni dagli operatori del settore. «La firma del decreto sulle Cer sarà la spinta definitiva necessaria allo sviluppo di queste realtà in Italia – ha commentato Vito Zongoli, amministratore delegato di Senec Italia –. Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano un importante cambiamento nel rapporto tra cittadini ed energia e un passo fondamentale nella promozione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità che l’Europa si è posta entro il 2030». Senec, azienda tedesca presente in Italia dal 2017 con una propria filiale, sviluppa e produce sistemi intelligenti di accumulo, tra le sue attività anche la progettazione e analisi sulle Cer. «L’Italia, grazie alla penetrazione importante dei contatori elettronici, sarò il banco di prova europeo per sdoganare il concetto di produzione sociale. È opportuno chiarire che la gestione e la realizzazione di una Cer sono procedure complesse, richiedono conoscenze e competenze specifiche sia tecnologiche che normative – aggiunge Zongoli –. Gli operatori privati svolgeranno un ruolo fondamentale nell’avvio di progetti, parliamo di impianti medio-grandi che richiedono l’apertura alle grandi aziende come fattore abilitante». Per Raffaello Magaldi, executive vice-president Technical Operations Magaldi Green Energy, «lo stoccaggio energetico rappresenta un settore strategico durante la transizione verso fonti rinnovabili. La crescita delle energie rinnovabili dovrebbe essere accompagnata da investimenti strutturali nei sistemi di accumulo e distribuzione. Il decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili rappresenta un passo significativo in questa direzione, in quanto promuove investimenti mirati nel settore e incoraggia l’adozione di approcci condivisi e partecipativi. Anche le piccole e medie imprese svolgono un ruolo importante in questo contesto».

I test in provincia di Salerno

Magaldi Green Energy collabora con Enel X per lo sviluppo della tecnologia di accumulo di calore verde MGTES - Magaldi Green Thermal Energy Storage nell’area industriale del Salernitano. Il progetto prevede la realizzazione di una “batteria termica” MGTES dimensionata per una capacità totale fino a 12 MWh termici, in grado di trasformare l’energia elettrica verde proveniente dalle fonti rinnovabili più disparate e accumularla nella sabbia a letto fluido per poi produrre vapore di processo a circa 200 °C. È prevista la realizzazione di una Comunità Energetica Rinnovabile industriale, per lo sfruttamento condiviso delle energie rinnovabili a vantaggio di tutte le industrie presenti nell’area del salernitano ed estendibile anche per futuri usi al servizio della collettività limitrofa.

I vantaggi per condomini e cooperative

«Il decreto Cer – spiega Valerio Natalizia, amministratore delegato di SMA Italia - apre a nuove opportunità per i territori e gli operatori. Prevede un incentivo che va a remunerare l’energia prodotta e auto-condivisa all’interno della comunità energetica, oltre agli incentivi del Pnrr per i Comuni con meno di 5mila abitanti. I vantaggi sono anche relativi ai consumatori, con un costo dell’energia più basso e il modello dell’autoproduzione da fonti rinnovabili, con il fotovoltaico che a mio avviso sarà un elemento trainante. Questo genera un meccanismo virtuoso, che a livello locale porterà diversi benefici, favorendo il coinvolgimento di enti locali, associazioni, condomini, cooperative, solo per citare alcune delle realtà interessate».